Paciotta - Coldipastine nuovo

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PACIOTTA
Introduzione

L'edificio interessato, come si può vedere dalla foto accanto, tutta la parete in pietre, attualmente è abbastanza accattivante, mentre qualche decennio fa è stato oggetto di innumerevoli dicerie per diffondere paure specialmente ai più giovani. Il motivo và forse attribuito alla volontà, di ogni genitore, di evitare che il proprio figlio, in modo particolare, si addentrasse nel luogo poiché denso di pericoli. Pavimentazione fatiscente con tavole spaccate o posizionate in modo discontinuo.
Una porta di ingresso con cardini allentati sul muro, tenuta chiusa con una corda ed un legno di traverso. Subito dopo i due gradini che precedono la porta, aprendo, ci si trovava difronte ad un vuoto di circa 60 cm, si doveva allungare la gamba per scavalcare,ma subito dopo la tavola su cui si doveva poggiare il piede era libera di muoversi e dondolante per la sua forma convessa sia in senso longitudinale che in senso trasversale. Non sò dire di più poiché non mi sono mai addentrato oltre la soglia e quello che ho descritto l'ho soltanto osservato da quel punto.
La mia paura, e quella dei miei compagni in tenera età, non era rappresentata dagli ostacoli materiali, anzi quelli erano uno stimolo, ma dai racconti che ciascuno di noi aveva ascoltato.
Il luogo, dicevano, era stato abitato da un uomo molto cattivo, uno che talvolta veniva descritto come un mago, altre volte come un illusionista, ma sempre come un cattivo, di nome "Massà".
Storia
Il nome "Paciotta" che noi attribuiamo al luogo, al fabbricato, alla casa, forse a quel tempo era una sorta di villa, la prima struttura solida, costruita in pietra. Si tratta probabilmente di circa 500 anni fa. Qui si dice che viveva Massà', il mago, l'uomo che doveva incutere timore. Probabilmente era un uomo che aveva delle ricchezze e che comunque era appassionato di cavalli, anzi lui li allevava.
I suoi cavalli pascolavano liberi nelle terre vicine ma talvolta si allontanavano troppo. Fu cosi che un giorno si allontanarono fino a raggiungere quello che oggi e' il campo sportivo di Sarnano. A quel tempo era un terreno posseduto da una famiglia di ricconi. Un terreno molto comodo sul quale si alternavano raccolti di diversa natura. quell'anno era stato coltivato per la raccolta del granturco ed i cavalli di Massa' ne consumarono tutto il contenuto in una notte, (così pensarono tutti).
Non ci volle molto al proprietario scoprire la provenienza di tale danno e senza mezzi termini accusò   Massà' chiedendo il rimborso del danno in moneta sonante. Si dice che Massà non si scompose minimamente ma prima di effettuare il rimborso volle chiedere la possibilità di visionare il danno per effettuare e concordare una sua valutazione. L'appuntamento per tale visione era fissato per il giorno successivo di mattina presto, all'alba si dissero concordi.
Quando i due,  si incontrarono ai bordi del terreno,  Massà chiese al signorone, proprietario del terreno, di mostrargli il danno ma questi guardava in tutte le direzioni stupito, tutto davanti a lui si presentava senza danni, il terreno completamente pieno di piante di granturco alte e fertili. Massà insisteva nel voler vedere ma al povero, si fa per dire, riccone, non rimaneva che scusarsi per aver accusato lui e i suoi cavalli. Le scuse in privato non bastarono a Massà il quale, non  volle nulla in termini monetari, ma volle che le scuse fossero fatte in modo ufficiale per iscritto e portate a conoscenza di tutto il paese.  
Si dice che dopo questo fatto ci siano stati altri danni simili causati probabilmente dai cavalli di Massà ma più nessuno osò farne reclamo diretto.

Un fatto recente
Io non sò dire con precisione l'anno, in merito a questo evento accaduto di recente, approssimativamente lo si può collocare agli inizi del decennio del 1990. Era il mese di Agosto e Paolo, figlio di Peppe di Macerata che aveva preso casa in affitto a Coldipastine, era con un amico e stavano facendo un giro lungo la frazione per ammirarne le qualità. Insieme a loro c'era anche mio fratello Amedeo. Giunti davanti all'ingresso di Paciotta il tizio si fermò dicendo di sentire qualcosa. Mio fratello pensò subito ad un lamento un grido di qualcuno, ma questo ripeteva ancora, io sento qualcosa dietro questa casa, si può andare a vedere? Certamente, risposero Paolo e mio fratello Amedeo. Giunti dalla parte opposta, il tizio guardava in alto sulla parete, poi improvvisamente, indicando con un dito teso disse: li in quella pietra, li sotto sento che c'e qualcosa. Sicuramente questo ragazzo era un sensitivo e diceva appunto di avvertire un segnale proveniente da quel punto. Naturalmente ne Paolo ne mio fratello ebbero ad incoraggiarlo, e presi da un po di stupore continuarono la loro passeggiata e non ne parlarono più. Mio fratello però mi raccontò l'accaduto subito dopo e insieme andammo a vedere quel punto, quella pietra indicata dal sensitivo. Là c'e qualcosa ripeteva mio fratello come se in quel momento anche lui avvertisse un segnale. Ma che stai dicendo? Non crederai mica a queste stupidaggini? Dissi io con tutta sicurezza. E lui con il suo dubbio ancora in mente mi liquidò dicendo: a certo, certo che no. Ci allontanammo in silenzio e nessuno ne parlò più per lungo tempo. Da allora però, mio fratello, ogni volta che andava a Coldipastine, la prima cosa che faceva, andava a vedere se quella pietra era stata rimossa da qualcuno e la tentazione di farlo, per lui era sempre più forte. Dopo qualche anno, cinque o sei circa, la sorpresa, la pietra era stata rimossa e nessuno sa dire da chi. Sotto quella pietra nessun segno ma solo uno spazio perfettamente piatto e pulito.
La mia convinzione, pur essendo pentito di non aver curiosato, che sotto quella pietra non c'era nulla. Chi sà di più, in merito a questo racconto, è pregato di raccontare la propria versione e possibilmente la verità.

La Demolizione
Il giorno due del mese di settembre del 2010 ha avuto inizio la demolizione delle mura, ormai fatiscenti, di tutta l'area di Paciotta. Non sappiamo con certezza quanto tempo ha resistito questa leggendaria struttura, forse qualche centinaio di anni. Analizzando con strumenti adeguati le parti riguardanti le basi della struttura, i materiali utilizzati e la tecnica, si potrebbe risalire con buona approssimazione alla data di origine. Qualche indicazione sulle mura adiacenti: su un mattone è riportata la scritta "Apilio 1741" , Apilio potrebbe essere un luogo o un cognome, il numero sicuramente ci indica la data di costruzione di quell'edificio. Tra l'altro, questa struttura è più recente rispetto a quella di Paciotta.
La storia di Paciotta quindi non è finita, ora inizia una nuova fase che spero potrà essere narrata quanto prima. Per ora possiamo sfogare le nostre emozioni osservando le fotografie contenute nell'album. La prima fotografia risale all'anno 2003, in quel tempo la struttura sembrava potesse resistere ancora per qualche anno. Il declino è iniziato dopo la grande nevicata del 2005 quando sembrava potesse iniziare una nuova storia per questa area; qualcuno ipotizza, dopo la rimozione della pietra/e.
Una persona venuta da lontano, un ambasciatore, aveva intenzione di acquistare quasi tutta l'area per realizzarci una nuova abitazione. Ciò che sia avvenuto in seguito, causandone la rinuncia, sono cose private che non si conoscono con esattezza e quindi non narrabili.
Le altre fotografie che seguono sono state scattate nel corso della demolizione del 2 settembre 2010.  
L'emozione che ho provato nel corso della demolizione non è facile da trasmettere, in quei giorni nessuno di quelli che sono nati qui a Coldipastine era presente. Il momento più forte in termini emotivi è stato quando lo scavatore, con il suo cestello, tra le pietre sollevate ha mostrato un libro di colore nero. Mentre quell'oggetto cadeva a terra, ho esclamato qualcosa che non saprei ripetere e tantomeno descrivere. Quel libro è quello che si vede nelle foto che ho scattato successivamente.
Forse è un oggetto senza nessun valore ma fa parte della storia e sarà conservato. Le foto


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Alberto Tardella
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